PROGETTI


 

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Progetto

La sicurezza come bene comune”

Il progetto “La Sicurezza come Bene Comune”è un intervento sociale finanziato da Fondazione Con il Sud che è stato realizzato dall’Anteas Cosenza capofila di un network di 5 Anteas locali: Rossano, San Giovanni in Fiore, Paola, Luzzi e Corigliano, con il Patrocinio del Comune di Cosenza e il supporto della Questura di Cosenza e delle altre FF.OO

L’obiettivo del progetto “La Sicurezza Come Bene Comune” è stato quello di attivare un percorso di sicurezza e protezione nei confronti degli anziani over 65 per aiutarli a recuperare la fiducia e la stima nella propria comunità di riferimento e nelle istituzioni ( pubbliche e private) attraverso una serie di attività atti a restituire all’anziano la sua centralità soggettiva e che soprattutto lo riporti dentro le relazioni, dentro la società, poiché il clima di insicurezza e vulnerabilità in cui spesso vive incrementa la propria fragilità e lo spinge sempre di più a chiudersi dentro le pareti domestiche, dentro la propria solitudine, compromettendo la propria autonomia, la propria vita sociale. La denominazione del progetto, “La sicurezza come Bene Comune” – dichiara il Presidente dell’Anteas Cosenza, Benito Rocca, – vuole sottolineare come l’impianto progettuale è un più ampio intervento in cui si inserisce anche la prevenzione e l’attenzione alle vittime di reati, ma dove la sicurezza non è però da intendersi solo come “presidio” del territorio da parte delle istituzioni e in particolare da parte delle forze dell’ordine, ma è anche crescita delle possibilità di socializzazione, di incontro, di protagonismo.” Il progetto si propone di perseguire le finalità sopra citate con l’apporto originale ed insostituibile del volontariato, in quanto soggetto capace di produrre beni relazionali e di sostituirsi a reti di solidarietà comunitaria sempre più carenti nella realtà metropolitana. Lo strumento che meglio risponde all’attuazione di questa finalità è la prevenzione, prevenzione si realizza con lo strumento dell’informazione attenta e capillare dei cittadini, in particolare gli anziani sulle molteplici e variegate modalità con le quali vengono realizzate truffe e raggiri nei loro confronti, in modo da costruire ed alimentare un “sistema di autodifesa” che renda più incisiva ed efficace anche l’azione delle Forze dell’Ordine. L’informazione cui si fa riferimento riguarda l’adozione, “in casa e fuori casa”, di alcuni semplici e facili accortezze, cautele, precauzioni ed accorgimenti da proporre agli anziani, per prevenire ogni rischio e pericolo per la loro sicurezza personale. Per attuare la trasmissione delle informazioni sono stati selezionati due strumenti: un seminario interattivo e la distribuzione di un vademecum. Le attività progettuali hanno visto la partecipazione attiva di circa 2200 utenti con una distribuzione di oltre 5000 vademecum e l’intervento costante e fattivo di circa 10 delegati della Questura di Cosenza selezionati fra vice-Questori, Capi commissari, dirigenti. La presenza delle Forze dell’Ordine ha dato sicuramente credibilità e una forte visibilità al progetto, e, al contempo, ha confermato la particolare rilevanza dell’idea divulgativa sottotesa a dare alla cittadinanza strumenti adeguati per contrastare fenomeni criminosi quali le truffe, i raggiri e la violenza privata. “ I dati – dichiara Benito Rocca, Presidente dell’Anteas Cosenza, ente promotore del progetto in partenariato con le altre 5 Anteas territoriali che hanno reso il progetto valido ed efficace per i propositi che si era prefissato – continua il Presidente Rocca – ci dicono che il progetto ha avuto successo oltre le aspettative anche in considerazione dei numeri: 20 comuni raggiunti, 30 fra associazioni e parrocchie che hanno ospitato il seminario o espresso il proprio interesse aderendo ai temi proposti, oltre 2000 partecipanti direttamente coinvolti nei loro territori e nelle loro comunità. Un progetto sicuramente valido e da ripetere. 

Seminario “La Sicurezza come Bene Comune” a San Giovanni in Fiore

Progetto “Interconnessioni “

Obiettivo del progetto è stato promuovere l’inclusione degli anziani over 65 abbattendo il digital divide e favorendo la coesione intergenerazionale. Il progetto si è proposto di promuovere e valorizzare l’invecchiamento attivo (per invecchiamento attivo si intende il processo volto ad ottimizzare le opportunità concernenti la salute, la sicurezza e la partecipazione alle attività sociali allo scopo di migliorare la qualità della vita), sostenendo attività a favore delle persone anziane, riconoscendone il ruolo attivo nella società attraverso un impegno utile e gratificante, capace di renderle protagoniste della propria vita. Lo strumento per attuare l’obiettivo progettuale è stata la formazione di persone anziane all’uso del web per far acquisire loro familiarità con le più moderne tecnologie di comunicazione. Questa iniziativa ha offerto agli over 65 un prezioso strumento per tenersi in contatto con la propria famiglia e i propri amici, per poter usufruire al meglio dei servizi della pubblica amministrazione e per interagire costantemente con le associazioni di riferimento anche per vedere tutelati i propri diritti. Nel riconoscere il ruolo delle persone anziane (over 65) nella comunità ne viene promossa la partecipazione alla vita sociale, civile, economica e culturale favorendo la costruzione di percorsi per l’autonomia e il benessere, nell’ambito dei propri e abituali contesti di vita; viene valorizzata inoltre l’esperienza formativa, cognitiva, professionale ed umana accumulata dalle persone anziane nel corso della vita, nonché il loro patrimonio di relazioni personali. L’articolazione della piramide progettuale ha previsto alla base un corso di alfabetizzazione digitale di n. 96 ore per n. 25 di anziani per 8 mesi provenienti dalle articolazioni territoriali Anteas presenti sul territorio provinciale. Il secondo elemento che aggiunge valore al percorso formativo è stata la presenza di n. n. 8 tutor under 19 intercettati presso l’Istituto “ “ di Cosenza che hanno avuto il compito di supportare gli anziani nell’apprendimento dell’uso del PC e che sono stati coordinati dalla Professoressa Rosa Principe. Prima di ogni sessione di corso è stato implementato un percorso di team building fra tutti i partecipanti per sviluppare un percorso di intergenerazionale per superare la discriminazione dovuta all’età. L’alfabetizzazione informatica rappresenta lo strumento per contrastare i fenomeni di esclusione, di pregiudizio e di discriminazione verso le persone anziane.

Foto di gruppo di discenti, tutors, docenti, volontari Anteas.

Progetto “Custodi sociali”

Il progetto è iniziato il 3.11.2015 e si è concluso il 30 ottobre 2016

Obiettivo del progetto è stato quello di incrementare le forme di assistenza a domicilio per le persone anziane, al fine di promuovere e facilitare il concreto mantenimento nel proprio ambiente di vita. La persona al centro degli interventi progettati. Le modalità di intervento sono state rivolte al mantenimento dell’identità e dell’autostima di persone anziane sole e/o in condizioni di difficoltà, rendendo loro possibile la permanenza presso il proprio domicilio in condizioni di sufficiente autonomia personale, migliorando lo standard di vita di quelle persone anziane che, rimaste sole o che vivono un disagio, hanno bisogno di appoggiarsi a figure di fiducia (volontari, familiari, vicini, assistenti, etc.) per le attività più pesanti o rischiose, pur rimanendo nella propria casa in maniera il più possibile autonoma.

In tale ottica nel presente progetto sono state inserite delle figure, definite appunto “Custodi Sociali” , che hanno assunto una funzione centrale in quanto persone di riferimento, chiamati cioè ad attivare le risorse esistenti intorno all’anziano e mobilitando quei nodi della rete alternativi agli interventi di assistenza domiciliare tradizionale.

Sono stati selezionati n. 30 utenti: n.26 donne con un range di età fra 70 e gli 85 anni , autosufficienti e che vivono nell’area urbana di Cosenza ; n. 4 maschi con un range d’età fra i 75 e gli 85 anni e che vivono in zona periferica della città di Cosenza.

Ogni “custode sociale” ha attivato il suo servizio per n. 10 utenti che ha seguito insieme ai volontari dell’Anteas, servizio che, in collaborazione con il team di progetto è stato programmato come un percorso assistenziale dopo la verifica delle condizioni della persona anziana. Al seguito del monitoraggio degli assistiti si è provveduto ad elaborare un piano d’intervento mirato e individualizzato, costruito in base ai bisogni specifici della persona.

Gli interventi sono stati il più possibile personalizzati e differenziati, cercando di attivare anche una rete di persone e realtà sociali intorno all’anziano. In questa ottica il progetto si è posto in parallelo ai bisogni della persona anziana, promuovendo la partecipazione attiva di tutte le persone coinvolgibili nella rete, incoraggiando le esperienze socializzanti che possano essere di aiuto concreto alla persona anziana sola, valorizzando le esperienze e le risorse esistenti, favorendo la progettualità verso le famiglie, promuovendo interventi multifattoriali e alternativi reperibili anche nel contesto di vita delle persone anziane.

Per ogni intervento effettuato il custode sociale insieme ai volontari compila un diario delle attività svolte presso l’anziano in sua “custodia”, La “scheda di intervento”, come memoria delle attività effettuate e dei servizi offerti, oltre alla data, è un report quotidiano che analizza le difficoltà dell’utente e aiuta nella comprensione dei suoi bisogni. Il report viene dato in visione anche ai famigliari. Tale documento ha assunto la duplice funzione di diario di bordo per il custode sociale e i volontari e allo stesso tempo quale strumento di verifica dei servizi offerti. Il compito dei custodi nel corso delle attività esternalizzate assume contorni nuovi rispetto alla proposta progettuale. Avendo scelto di personalizzare l’assistenza domiciliare leggera secondo anche i bisogni espressi dall’anziano , a volte “la custodia” assume i caratteri della compagnia/relazione in cui è il tempo dedicato “alla parola” ha più importanza di quello dell’aiuto leggero. L’obiettivo di massima è concentrato nella volontà di migliorare lo standard di vita di quelle persone anziane che hanno bisogno di appoggiarsi a soggetti terzi per la risoluzione di difficoltà, problemi, fragilità e disagi, pur rimanendo nella propria casa in maniera il più possibile autonoma. In questa ottica il custode sociale è una figura di riferimento che rileva il bisogno, ascolta le richieste e le problematiche, si raccorda con i Servizi Sociali comunali, dà vita a sinergie operative allo scopo di integrare le risorse e rendere più vivibile e partecipata la rete di protezione, cioè, attiva le risorse esistenti intorno all’anziano, mobilitando quei nodi della rete alternativi agli interventi di assistenza domiciliare tradizionale. Il target che il progetto si è proposto come destinatari, ad una verifica ( proprio attraverso i diari di bordo) spesso utilizzano i custodi sociali come intermediari presso i propri familiari esprimendo la volontà di essere maggiormente presenti nelle loro vite e nelle loro attività quotidiane.

La locandina della presentazione del progetto “Custodi Sociali”